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OVADA - Una quarantina di associazioni, soggetti del volontariato, della cultura e dello sport. Una vera e propria mobilitazione a sostegno del Comune di Ovada, raggiunto qualche settimana fa dalla notifica di due ricorsi avanzati da altrettante multinazionali del gioco d’azzardo contro l’ordinanza che limita gli orari in cui è possibile giocare ai videopoker e slot machine elettroniche in bar, tabaccherie e sale apposite. “Le adesioni che qui presentiamo – spiega
Alessandro Bruno, membro del consiglio pastorale parrocchiale che ha promosso l’iniziativa – le abbiamo raccolte in due giorni. Andremo avanti”. I rappresentanti delle associazioni sono tutti preoccupati dalle dimensioni e dalle conseguenze che il fenomeno delle ludopatie hanno assunto negli ultimi anni sul nostro territorio. “Potremmo esporre – si legge nel testo – diversi casi, uno più drammatico dell’altro.
Ci preme invece confermarvi che anche nel nostro territorio il fenomeno del gioco è in preoccupante aumento”. “Negli anni – spiega il sindaco Paolo Lantero – i comuni hanno incaricato il Consorzio Servizi Sociali del monitoraggio e delle azioni di contrasto e supporto per chi ha problemi con il gioco. Ci sentiamo fortemente sostenuti dalla città. Attendiamo il primo giudizio al Tar per l’ultima settimana di maggio consapevoli che nulla è scontato. Ma riteniamo di avere motivazione concrete”. La base di tutto è la legge approvata dalla Regione Piemonte. “I dati – ha aggiunto
Emilio Delucchi, direttore del Consorzio Servizi Sociali – riferiti ai Comuni che hanno emesso ordinanze simili a quella di Ovada testimoniano di un calo significativo delle giocate. Quando si fa il bilancio su quanto guadagna lo stato vengono calcolate solo le spese sanitarie, non quelle riferite all’assistenza sociale”.